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Magda Sayeg, senza titolo, Città del Messico, 2009 |
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Magda Sayeg, senza titolo, Sydney, 2009 |
aderenti ai concetti di Pop art. Rivestimenti che, nelle opere di maggiori dimensioni, sono frutto di un lavoro seriale. Per rivestire grandi oggetti, infatti, si procede all'unione di singoli pezzi.
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Magda Sayeg, senza titolo, Parigi, 2009 |
Un'arte di strada che si discosta dalle altre. Lo Yarn bombing, a tutti gli effetti illegale, non crea polemiche, non ha quell'effetto disturbante che può avere spesso un graffito o un murales. Una pratica che si presenta al pubblico come una rivoluzione pacifica, dolce, mansueta.
Quasi accettata, o comunque tollerata, da ogni tipo di passante.
Quasi accettata, o comunque tollerata, da ogni tipo di passante.
La motivazione risiede in due fattori principali: l'utilizzo della lana, antropologicamente uno dei materiali più utilizzato dall'uomo per coprire il proprio corpo, quindi una vicinanza sensoriale e un'altra più evocativa: l'immaginario comune della donna che lavora a maglia. Un'immagine ancora ben presente nei ricordi di molti.
Un "fai da te" elevato ad arte che si è rivelato in poco tempo un fenomeno planetario grazie alla rete. Gli artisti dello Yarn bombing, infatti, vista la deteriorabilità del materiale, che all'aperto sopravvive solo poche settimane, affidano le riproduzioni video e fotografiche delle proprie creazioni ad internet. Grazie alla rete le istallazioni sono visibili da appassionati e non di tutto il mondo. Immagini che di fatto diventano documentazione e memoria storica di opere che altrimenti andrebbero perse. Una rivoluzione ecologica e colorata che avvolge plastica, calcestruzzo, acciaio e la natura stessa.
Un'invasione di umanità e di manualità che tende a ricoprire qualsiasi cosa. Dunque, poco importa che siano auto, biciclette, lampioni, panchine, marciapiedi, telefoni pubblici, statue o tronchi d'albero. Ciò che conta è che abbiano della lana addosso, rigorosamente lavorata a maglia.
Un'invasione di umanità e di manualità che tende a ricoprire qualsiasi cosa. Dunque, poco importa che siano auto, biciclette, lampioni, panchine, marciapiedi, telefoni pubblici, statue o tronchi d'albero. Ciò che conta è che abbiano della lana addosso, rigorosamente lavorata a maglia.