Banksy, lo sconosciuto da 450 mila euro

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Banksy, Se i graffiti cambiassero qualcosa - sarebbero illegali,
Londra 2011
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Banksy, stencil sulla West bank barrier,
Palestina 2005
Nasce a Bristol in Inghilterra negli anni Settanta, nessuno conosce il suo vero nome, Banksy è lo pseudonimo con cui, da sempre, firma i propri lavori su strada. La sua carriera artistica inizia verso la fine degli anni Ottanta, periodo che lo vede entrare in contatto con i writers locali. Da essi, tuttavia, Banksy si discosta fin da subito per via della sua arte che può racchiudersi in un solo sostantivo: stencil, e in un solo aggettivo: ironia. Questi sono i mezzi a cui l'artista inglese ricorre da sempre per un unico fine: il sociale. E' un figurativo che adopera, quasi esclusivamente, la vernice. Il suo scopo è quello di far riflettere il pubblico, poco importa se di politica, guerra o consumismo, l'obiettivo è uno solo: indurre un pensiero. Gli inizi dell'attività artistica sono caratterizzati dalle serie sui ratti ("rat" in inglese è l'acronimo di "art") con cui ricopre i muri di mezza Londra. Per il creativo, i topi sono essenzialmente un alter ego, come gli artisti di strada, vivono di nascosto, sopravvivono nel buio, sono odiati, cacciati e catturati, eppure, sono in grado di sterminare intere civiltà. I topi della serie sono spesso accompagnati, come altre opere, da slogan come: "Se i graffiti cambiassero qualcosa - sarebbero illegali" (If graffiti changed anything it would be illegal"). Nel corso del 2005 realizza un ciclo di murales a stencil in Cisgiordania, su uno dei più discussi muri della storia: la barriera di separazione israeliana. Meglio conosciuta come "Muro della vergogna" la barriera divide fisicamente palestinesi e israeliani, una divisione di cui Banksy, con la solita ironia, ne ha voluto sottolineare tutte le contraddizioni attraverso la rappresentazione della volontà di oltrepassare quella barriera, distruggerla, aprirla o raggirarla. L'ironia di
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Banksy, Giura fedeltà a Tesco,
Londra 2011
Banksy è spesso amara, triste e prodotta grazie all'accostamento di temi contraddittori, alla maniera dei surrealisti. Ne è un esempio l'innocente bambina che perquisisce un soldato. Tutta l'arte di Banksy è una critica verso la società attraverso l'esaltazione dei paradossi, una critica ironica, ma dura, un atteggiamento innato che lo ha portato, durante il corso della carriera, ad affiggere in grandi sedi museali, e all'insaputa di tutti, le sue opere accanto a opere del passato. Ecco comparire allora, nei pressi di quadri storici e di costume, sue opere a tema ma con elementi anacronistici, dunque, facile vedere dame di corte con maschere antigas e nobili con in mano vernici spray. Un successo crescente che ha portato l'artista a  essere l'idolo delle nuove generazioni, una notorietà certificata anche dalla sigla d'apertura di una puntata  della serie tv "The Simpsons" a cui l'autore dedica un sequenza che mostra lavoratori asiatici, in condizioni disumane, intenti nella lavorazione del celebre cartone animato. Banksy, dunque, critica dall'interno un prodotto di successo mass mediatico mondiale come il celebre telefilm, un'amara costatazione su quanto sia diffuso oggi il consumismo aberrante di certa società. Un concetto portato alle estreme conseguenza anche in un'altra opera: "Giura fedeltà a Tesco" (Pledge your allegiance to Tesco). Lo stencil londinese raffigura innocenti bambini issare, a modi bandiera, la busta di plastica del celebre colosso dei supermercati inglesi, una preghiera figurativa rivolta al "dio denaro" che negli ultimi anni ha voluto prendersi gioco anche dello stesso artista. Nel 2007 un suo murales, ritraenti gli attori del film "Pulp fiction" con in mano delle banane anziché le classiche pistole, è stato rimosso da un muro londinese. Il risultato? a detta dei critici è stata cancellata un'opera dal valore approssimativo di circa 450 mila euro. Non male per uno sconosciuto, geniale, eclettico e controverso artista che nel corso della sua vita ha firmato anche sculture e perfomance, il tutto   per lasciare un segno indelebile sui paradossi e sulle contraddizioni dell'uomo contemporaneo, spesso anonimo, come lui.